A partire dalla seconda meta del XIX secolo, nell’arco alpino si e verificata un’erosione del patrimonio genetico costituito dalle varieta locali delle piante coltivate. La progressiva scomparsa delle varieta locali e da imputare da un lato alla loro sostituzione con varieta migliorate, commercializzate dalle ditte sementiere, dall’altro lato ai fenomeni di abbandono della cerealicoltura e dell’agricoltura in genere, verificatisi soprattutto a partire dal dopoguerra. Il progetto ENVAG si articola in diverse attivita, che costituiscono un approccio integrato all’obiettivo di conservare e valorizzare le varieta locali dei cereali alpini. Esse rispondono all’esigenza di salvaguardare le varieta locali ancora presenti, di sostenerne e promuoverne la coltivazione, di incrementare il livello di conoscenza di quanto raccolto, di diffondere queste informazioni e, nello stesso tempo, di valutare quali prospettive esistono concretamente per il futuro utilizzo delle varieta locali in agricoltura. Grazie a questo progetto oggi sappiamo qualcosa in piu sui tesori conservati nelle banche del germoplasma o in parte ancora coltivati nei campi dei contadini e delle contadine di montagna. Uno studio bibliografico sulla cerealicoltura dell’Alto Adige e dei Grigioni ha consentito di dare una storia alle varieta raccolte e di valutare debitamente la loro importanza per il futuro, mentre la mostra itinerante “Piante coltivate delle Alpi” ha portato questo tema all’attenzione dell’opinione pubblica. La descrizione fenotipica ed agronomica delle varieta locali conservate nelle banche del germoplasma o raccolte sul territorio e servita a caratterizzarle e a fare uno screening delle loro potenzialita produttive. Gli aspetti qualitativi relativi alla panificazione e al valore nutritivo sono stati valutati mediante analisi reologiche e chimiche dei cereali. Nel complesso, le varieta locali hanno dimostrato di possedere una notevole variabilita fenotipica. Grazie al programma Interreg, una parte della variabilita genetica preservata nelle banche del germoplasma ha potuto quindi essere reintrodotta in agricoltura.